Il sistema linfatico è poco conosciuto nelle sue funzioni e molto delicato. La funzione della circolazione linfatica è legata alle ghiandole disposte lungo la colonna per cui la linfa è essenziale alla risposta immunitaria; i problemi di funzionamento possono derivare dalla circolazione per cui il fluido, percorsi i vasi di conduzione, si può disperdere nei capillari linfatici, provocando ristagno e gonfiore negli arti. Poiché il 70% della circolazione linfatica è sottocutanea, la pressione dei muscoli è il principale fattore che aiuta la propulsione della linfa. In particolare le giunture (gangli linfatici) si trovano numerose in corrispondenza delle maggiori articolazioni del corpo, ascelle, inguini, gomiti e ginocchia. Anche i movimenti respiratori fungono da fattore propulsivo per la circolazione della linfa.
Più si studia il sistema linfatico, più si scopre quanto sia interessante rispetto alla pratica dell’Iyengar Yoga. Infatti Iyengar aveva osservato come il “corpo fisiologico” sia compreso tra il “corpo muscolare-scheletrico” ed il “corpo mentale”. Se le cellule del nostro corpo non sono in buona salute, noi non siamo in buona salute. Con la pratica di asana e pranayama possiamo intervenire a modificare lo stato di salute del nostro corpo ed in particolare rendere l’intero corpo attivo, eliminando i liquidi in eccesso e le tossine.
Il sistema linfatico trasporta fluidi (linfa) originatesi dal filtraggio del plasma sanguigno attraverso le pareti dei vasi. La maggior parte di questo liquido viene riassorbito rapidamente dallo stesso sistema sanguigno, ma un’altra parte (2-4 litri in 24 ore!) non venendo riassorbito, costituisce il liquido “interstiziale”. La linfa, già conosciuta nell’antichità e anche in India (in sanscrito lasika, liquido luminoso), contiene lipidi e proteine che vanno ad arricchire il sangue, ma contiene anche materiale che va filtrato ed eliminato (ad esempio, durante la digestione, i liquidi transitano per il sistema linfatico). Inoltre, la risposta immunitaria si attiva attraverso il sistema linfatico, poiché i linfociti, cellule importanti nella risposta immunitaria, si formano nel timo, nella milza e nei linfonodi e la linfa stessa può essere portatrice di antigeni. A differenza del sistema circolatorio, la circolazione della linfa avviene soltanto in un senso, dal centro alla periferia; non esiste un organo centrale preposto alla mobilità della linfa, come avviene per il sangue pompato dal cuore.
La complessità del sistema linfatico (capillari, vasi, precollettori, collettori, linfonodi, tronchi linfatici, e dotti linfatici) ricorda le Nadi di cui parlano gli antichi testi dello Yoga, che avevano origine da un punto chiamato kandasthana situato subito sotto l’ombelico. Queste nadi erano 72000 ma ognuna si divideva a sua volta in altre 72000. Le nadi principali connettevano i punti focali della colonna (chakra) a cui tutto il sistema era collegato.
Nel primo seminario (sabato 17 ottobre, dalle 16,30 alle 19,30) abbiamo illustrato una pratica utile a stimolare il sistema linfatico “centrale”, quindi per l’apertura del torace, per agire sulla milza ed in generale sull’apparato digerente, e per rilassare la gola. Però con la pratica di posizioni in sequenza accompagnate con il respiro, abbiamo sperimentato come lo yoga possa dare subito una sensazione di benessere e leggerezza.
Supta Badda konasana con cintura e bolster per rilassare il torace, gli inguini, le ascelle e la gola.
Tadasana/udrhva hastasana/uttanasana/adho mukka svanasana/urdhva mukka svanasana/uttanasana/ urdhva hastasana/tadasana. Su questa semplice base di “saluto al sole” abbiamo inserito le posizioni in piedi nel modo seguente: da adho mukka svanasana, portare in avanti la gamba destra e andare in utthita trikonasana, tornare su in parsva hasta padasana, ripetere utthita trikonasana, tornare in adho mukka svanasana, urdhva mukka svanasana, ripetere a sinistra, adho mukka svanasana, uttanasana, urdhva hastasana, tadasana. Non è necessario andare velocemente, ma è importante sentire il respiro. In questo modo si possono inserire tutte le posizioni. La nostra pratica è stato solo un esempio. La sequenza deve durare almeno 20-30 minuti ininterrotti.
Dopo trikonasana, virabadrasana II
virabadrasana I
ardha chandrasana
janu sirsasana
pursvottanasana
Sirsasana alle corde
vajarasana e parsva vajarasana
paschimottanasana e parivrtta paschimottanasana
Marichasana 3 con la sedia e adho mukka virasana con la sedia
setubanda sarvangasana con i bolster e pratica di viloma pranayama
Nel secondo seminario (sabato 7 novembre, dalle 16,30 alle 19,30) abbiamo praticato le posizioni più adatte a prevenire e curare il ristagno dei liquidi negli arti, ed in particolare per imparare a “sentire” la muscolatura delle gambe che “sale” verso il bacino, soprattutto nelle posizioni in piedi. Sviluppare questo “sentire” è l’unico modo per evitare il formarsi di zone prive di consapevolezza nel corpo. I ristagni di liquidi e tossine indicano appunto la presenza di zone dove non si è in grado di portare l’intelligenza del corpo.
I vasi linfatici superficiali si trovano nello strato sottocutaneo. I vasi profondi originano dai linfonodi inguinali profondi. La donna ha più spesso problemi di gonfiore agli arti perché la sua massa muscolare è mediamente il 36% del peso corporeo, contro il 45% nell’uomo. Iyengar ha studiato l’ “intelligenza” del corpo a livello cellulare, indicando le direzioni in cui imprimere l’azione. Durante l’esecuzione, ad esempio, delle posizioni in piedi, dobbiamo imparare a sentire, in modo sempre più fine, che il lavoro riguarda sia le ossa, che i muscoli e la pelle; in altri termini, il movimento non è soltanto nelle articolazioni e nei muscoli, ma anche nella pelle. Non a caso, l’esterno della coscia, l’interno del ginocchio, il dietro della caviglia sono i punti dove è più difficile sentire la direzione da imprimere alla posizione: di qui, la possibilità di formazione di ristagni di liquidi, grasso e tossine.
massaggiare la pianta dei piedi, sentire la pelle delle mani
Tadasana con mattone tra i malleoli
tadasana con la base delle dita sul mattone, sentire il lavoro sui lati della gamba per portare il sacro in dentro
tadasana con i talloni sul mattone
vrchasana, lavorare l’interno della gamba e resistere con l’esterno della coscia
Utthita hasta padangustasana, sollevare l’interno della gamba, allineare i fianchi
Il medesimo lavoro va portato in tutte le posizioni in piedi e in adho mukka svanasana. Eseguiamo queste posizioni con l’aiuto
le dita del piede davanti sul mattone a mezzaluna consentono di spingere il centro del tallone, allineando il ginocchio e l’ischio
Per sentire l’interno della gamba attivo e l’esterno della gamba che resiste indietro, è utile la pratica di uttanasana e parvottanasana con la corda
Abbiamo quindi ripetuto la sequenza della volta scorsa, i saluti al sole con alternate posizioni in piedi; abbiamo lavorato lentamente, con il respiro, cercando di applicare le azioni studiate in precedenza.
Sirsasana al muro o alle corde
Virasana. Sentire i polpacci che si rilassano
Matsyasana con mattoni o panchetto
Sarvangasana-Halasana. sentire il lavoro delle gambe in halasana. Cosce lontane dal viso.
Supta badda konasana in mezzo setubanda
Viparita karani. Rilassare completamente le gambe. la cintura alle caviglie aiuta il rilassamento ed evita di contrarre i muscoli
Urdhva prasarita padasana con le gambe al muro in upavista konasana e cintura